Socialismo e 900
IL SOCIALISMO NEL 900 ITALIANO
DA MOSCA A SIGONELLA
SOCIALISMO RIFORMISTA E GUERRA FREDDA: PIETRO NENNI E BETTINO CRAXI
13 OTTOBRE 2025 ORE 17:00 - VILLA GALLIA COMO
# Giuseppe Doria (Circolo Willy Brandt): Presentazione della conferenza
# Luca Michelini (Università di Pisa) Il filo rosso Dal piano al mercato: la parabola del riformismo e la crisi della democrazia
# Giovanni Scirocco (Università di Bergamo): Socialismo riformista e guerra fredda
# Bobo Craxi (già sottosegretario di Stato agli affari esteri): Socialismo riformista nella politica estera autonoma
ACCESSO LIBERO
max 100 posti
gradita prenotazione con email o con form a lato
presidenza@circolowillybrandt.it
CONFERMA DI PARTECIPAZIONE ALLA CONFERENZA DEL 13/10/2025
DA MOSCA A SIGONELLA. SOCIALISMO RIFORMISTA E GUERRA FREDDA: PIETRO NENNI E BETTINO CRAXI
Il socialismo italiano ha attraversato il Novecento oscillando tra ideali rivoluzionari, istanze democratiche e sfide geopolitiche globali. Questa conferenza intende ripercorrere l’evoluzione del socialismo riformista italiano attraverso le figure centrali di Pietro Nenni e Bettino Craxi, due leader che hanno segnato profondamente la storia del Partito Socialista Italiano (PSI) e il suo ruolo nella società e nella politica nazionale.
Dalla fase di vicinanza all’Unione Sovietica nel secondo dopoguerra, passando per la scelta riformista e atlantica degli anni Sessanta, fino ad arrivare all’episodio simbolico di Sigonella nel 1985, quando il governo Craxi affermò con fermezza la sovranità nazionale italiana anche nei confronti degli Stati Uniti.
Attraverso un'analisi storica e politica, la conferenza offrirà uno sguardo sulle tensioni tra ideologia e pragmatismo, tra internazionalismo e realpolitik, mettendo in luce come il socialismo riformista italiano abbia cercato una terza via tra comunismo e capitalismo, tra Mosca e Washington, tra fedeltà ai valori socialisti e responsabilità di governo.
Un’occasione per riflettere sull’attualità del pensiero socialista, sulla trasformazione della sinistra italiana, e sul significato della politica estera autonoma in un mondo ancora segnato da blocchi, alleanze e crisi.
La crisi di Sigonella (1985)
Un episodio che mise alla prova i rapporti tra Italia e Stati Uniti e affermò con forza la sovranità italiana.
Le cause della crisi
Nell’ottobre 1985 la nave da crociera Achille Lauro fu dirottata da quattro terroristi palestinesi.
Durante il sequestro venne ucciso un passeggero ebreo-americano, Leon Klinghoffer, evento che ebbe grande risonanza internazionale.
Dopo giorni di trattative, i terroristi si arresero alle autorità egiziane e furono imbarcati su un aereo civile egiziano diretto fuori dall’Egitto.
Gli Stati Uniti, irritati per la possibilità che i responsabili potessero sfuggire alla giustizia americana, intercettarono l’aereo e lo costrinsero ad atterrare nella base NATO di Sigonella (Sicilia), territorio però sotto giurisdizione italiana.
Lo scontro sulla pista
Una volta atterrato, l’aereo fu circondato dalle forze speciali statunitensi (Delta Force), con l’intento di catturare i terroristi.
Il governo italiano, guidato da Bettino Craxi, reagì immediatamente: inviò i Carabinieri e reparti militari italiani, che a loro volta circondarono gli americani.
Si arrivò così a una notte di tensione, con i due eserciti schierati faccia a faccia sulla pista, pronti a uno scontro armato.
Craxi ribadì al presidente Ronald Reagan che i dirottatori si trovavano su suolo italiano e quindi sarebbero stati processati in Italia.
Le conseguenze
La crisi si concluse senza spargimento di sangue: gli Stati Uniti si ritirarono e i terroristi furono presi in custodia dalle autorità italiane.
L’episodio ebbe importanti ricadute politiche e diplomatiche:
La notte di Sigonella rimane una delle pagine più simboliche della politica estera italiana del dopoguerra: un raro momento in cui Roma affermò con decisione la propria indipendenza dagli Stati Uniti.