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Autosilo Viale Varese - È ora di tornare a parlarne


Fa bene Comozero a riportare l'attenzione su un tema che accompagna Como da decenni: l'autosilo di Viale Varese.
Come ricordato recentemente da Chiara Tajana, la questione risale addirittura al 1987, quando l'allora Unione Industriali propose un'opportunità per la città. Da allora sono passati
quasi quarant'anni, e ancora oggi siamo senza una soluzione concreta.

Nel 2015, un importante imprenditore comasco avanzò una proposta. Sicuramente imperfetta, ma migliorabile. Se solo l'amministrazione di allora avesse voluto confrontarsi, forse oggi parleremmo di un'opera realizzata.
Come Circolo Willy Brandt, in quell'occasione lanciavamo un piccolo sondaggio online.
Nel giro di pochi giorni, centinaia di cittadini risposero: la maggioranza era favorevole al progetto, pur tra le critiche sul traffico, sui residenti, sull'opportunità.
Ma il consenso c'era. E forse oggi, con più convinzione e meno pregiudizi, dovremmo tornare a discuterne sul serio.

Una proposta per riequilibrare Como
Oggi il sistema di parcheggi attorno al centro è chiaramente sbilanciato verso est.
Un parcheggio lungo Viale Varese, sul lato ovest, aiuterebbe a distribuire meglio i flussi e migliorare l'accesso al centro, senza congestionare solo una parte della città.

Ma non solo.
Chi conosce Como sa bene che le vie del centro che si aprono verso ovest - da Porta Torre in giù - sono meno sviluppate turisticamente rispetto a quelle che portano verso il lago o verso piazza Cavour.
Un'infrastruttura moderna, ben inserita nel contesto urbano, potrebbe rappresentare l'occasione per valorizzare anche quell'area, riattivare attività locali, incentivare nuove iniziative culturali e commerciali.
Un parcheggio può diventare un volano, se pensato in modo intelligente.

Serve una proposta concreta
Nel 2015 una proposta concreta c'era. Oggi no.
Ma forse è arrivato il momento di smettere di sognare e iniziare davvero a progettare.
Il recente interesse mostrato da un esponente della politica locale può essere un'opportunità. Ma serve un confronto aperto e coraggioso, senza posizioni precostituite.


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