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Sul caso Milano e il suo abnorme sviluppo immobiliare un tema non è stato approfondito
Il paradosso di Fondazione Cariplo: l'housing sociale che non risolve il problema


Como, 22 agosto 2025

In una Milano dove gli affitti per studenti superano i mille euro e le famiglie a reddito medio sono costrette a migrare in periferia, il ruolo degli attori che si definiscono "sociali" solleva domande scomode. Tra questi, spicca Fondazione Cariplo, un'istituzione che si fregia di un'importante missione etica, ma che, nell'ambito dell'edilizia abitativa, sembra muoversi in un paradosso difficile da ignorare.

Il punto di frizione è il modello di "housing sociale" che la Fondazione promuove attraverso il Fondo Immobiliare di Lombardia (FIL). L'intenzione dichiarata è lodevole: colmare il vuoto lasciato dallo Stato e garantire alloggi a prezzi accessibili. Eppure, a un'analisi più attenta, emerge una logica che non è affatto disinteressata. L'investimento di Fondazione Cariplo, pur essendo a impatto sociale, deve generare un rendimento. Non si tratta di beneficenza a fondo perduto, ma di un'operazione finanziaria che, pur con un tasso di ritorno minimo, deve preservare e far crescere il patrimonio della Fondazione stessa.

È qui che si manifesta l'ipocrisia di un sistema che si autodefinisce etico, ma che, nella pratica, contribuisce a mantenere i prezzi degli affitti a livelli comunque elevati. Il costo degli alloggi gestiti da questi fondi non è fissato in base a ciò che una famiglia o uno studente può realmente permettersi, ma in funzione del rendimento atteso dagli investitori. In questo modo, il risultato non è l'abbattimento radicale dei prezzi, ma la creazione di un mercato parallelo che si posiziona appena un gradino sotto la speculazione immobiliare.

L'azione di Fondazione Cariplo, pur partendo da intenti nobili, finisce per avallare un modello in cui il diritto all'abitare diventa un servizio a pagamento, accessibile solo a chi può permettersi un certo reddito, seppur non elevato. La fascia più vulnerabile della popolazione rimane esclusa, e la città continua a espellere i suoi abitanti a basso reddito, favorendo una crescente segregazione sociale.

In conclusione, l'impegno di Fondazione Cariplo nel settore dell'housing sociale, seppur lodevole nelle intenzioni, solleva un'importante domanda: un'operazione che richiede un rendimento finanziario può davvero risolvere un problema che è, per sua natura, sociale? La risposta, alla luce della crisi abitativa milanese, sembra essere no.


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