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Profitti record, tariffe altissime e appalti al ribasso: il paradosso del sistema energetico italiano
Alle riflessioni di Luca Romano su Today.it — che mette in luce i compensi milionari dei manager di Terna ed E-Distribuzione — si può aggiungere un ulteriore livello di analisi.
Romano, nel suo articolo, si limita a documentare le retribuzioni dei vertici aziendali, ma il quadro complessivo che emerge dai bilanci e dalle testimonianze sul territorio invita a una riflessione più ampia: come viene distribuita la ricchezza prodotta da un settore strategico come quello energetico?
Utili 2024: numeri da capogiro
Nel 2024, i principali operatori della rete, della distribuzione e della vendita di energia in Italia hanno registrato profitti straordinari (dal riepilogo abbiamo escluso la parte che riguarda la distribuzione del GAS):
In totale, la somma degli utili sopra elencati è di circa 7,2 miliardi di euro, generati in un solo anno da un segmento essenziale del sistema energetico nazionale: trasmissione, distribuzione e vendita.
E poi ci chiediamo perché le bollette restino tra le più alte d’Europa.
Quando il sistema genera margini tanto elevati — nonostante il costo all’ingrosso dell’energia sia sceso nel 2024 rispetto ai picchi del 2022 — è legittimo domandarsi chi tragga davvero vantaggio da questo equilibrio: i cittadini o le società che controllano le infrastrutture?
Manager d’oro, lavoratori invisibili
Mentre i vertici delle grandi utility energetiche godono di compensi milionari e bonus generosi, i lavoratori diretti e indiretti non sembrano ricevere lo stesso riconoscimento.
Gran parte delle attività operative — soprattutto nella distribuzione elettrica — è affidata a imprese esterne, tramite appalti e subappalti.
In molte aree, come ad esempio in Puglia, E-Distribuzione affida lavori di adeguamento e manutenzione della rete a ditte subappaltatrici, spesso costrette a operare in condizioni economiche difficili, vincolate da gare aggiudicate al massimo ribasso e con margini ridotti.
Il risultato è un sistema in cui i profitti e i bonus restano concentrati ai vertici, mentre lungo la filiera si moltiplicano precarietà, bassi salari e rischi per la sicurezza.
I rischi concreti e le evidenze ufficiali
Il Bilancio 2024 di E-Distribuzione riporta infortuni tra il personale delle imprese appaltatrici, inclusi due casi mortali, confermando che la gestione in subappalto espone i lavoratori esterni a rischi reali e gravi.
Anche Terna, nel proprio Rapporto integrato 2024, riconosce la “salute e sicurezza delle persone Terna e dei lavoratori delle imprese coinvolte nei cantieri” come uno dei principali ambiti di rischio operativo.
Queste dichiarazioni ufficiali non equivalgono a una denuncia di irregolarità, ma rendono evidente quanto la rete elettrica nazionale dipenda da filiere di appalto esterne, dove il controllo delle condizioni di lavoro non è sempre diretto.
Nel frattempo, inchieste giornalistiche e giudiziarie hanno più volte documentato abusi negli appalti pubblici, gare al ribasso e sfruttamento della manodopera.
Sebbene non si riferiscano direttamente a Terna o E-Distribuzione, questi episodi mostrano la fragilità e l’opacità che caratterizzano spesso il sistema degli appalti nel settore infrastrutturale.
Un paradosso strutturale
Il quadro che emerge è quello di un paradosso sistemico:
Profitti miliardari e remunerazioni d’oro ai vertici;
Operai, tecnici e manutentori che lavorano per appaltatori con stipendi bassi e livelli di sicurezza insufficienti, schiacciati dalla pressione a ridurre i costi.
Un sistema che genera ricchezza e prestigio, ma che rischia di lasciare ai margini chi materialmente costruisce e mantiene la rete elettrica, tra cavi, tralicci e cabine.
Inoltre, se i profitti sono così elevati, si deve interrogare anche l'efficacia del meccanismo di regolazione sulle tariffe per il trasporto, la distribuzione e la misura dell'energia: l'ARERA sta permettendo una remunerazione eccessiva del capitale oppure una compressione insufficiente dei costi operativi che non ricade sui consumatori?
Conclusione
Le grandi utility che gestiscono la rete e la distribuzione in Italia producono utili enormi, ma questa ricchezza non si distribuisce equamente lungo la filiera.
E-Distribuzione, ad esempio, realizza lavori ricorrendo anche a imprese appaltatrici per la manutenzione della rete; nel bilancio 2024 si segnalano infortuni, inclusi due casi mortali, che riguardano operatori di imprese esterne.
Le gare al massimo ribasso, pratica purtroppo diffusa nel sistema italiano, rappresentano un rischio strutturale: comprimere i costi significa spesso ridurre i salari e aumentare i pericoli per chi lavora sul campo, anche dove le società committenti dichiarano impegni sulla sicurezza.
In sintesi, mentre le grandi aziende del sistema energetico celebrano bilanci record e gli italiani pagano bollette tra le più care d’Europa, chi lavora realmente sul campo paga il prezzo di un’efficienza economica che troppo spesso si traduce in disuguaglianza sociale e rischio umano.
FONTI PRINCIPALI
(*) Nota sui Dati Enel: I dati dettagliati per E-Distribuzione (Distribuzione) e Enel Energia (Vendita) sono quelli dei rispettivi bilanci. Tuttavia l'utile netto del Gruppo Enel per il 2024 ammonta a 7,135 miliardi di euro.
Como, 19/10/2025
Testo a cura di Giuseppe Doria Presidente Circolo Culturale Europeo Willy Brandt
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